Il mondo plurale è un mondo al plurale, un mondo cioè conosciuto, pensato e vissuto al plurale. E’ il mondo dei popoli, non il mondo globale.
Io sono italiana, grazie a questo, ossia a un fondamento storico culturale, sono europea e per le interconnessioni con le aree non europee sono cittadina del mondo. Una forte comunanza lega i popoli non solo europei. L’uguaglianza naturale (fisico biologica) di per sé non è significativa. E’ bene ricordarla ed esserne consapevoli per rintracciare in ogni individuo e raggruppamento umano i tratti distintivi della nostra specie, ma molto più importante è saper rintracciare nella storia e nella cultura gli elementi comuni, perché sono questi che ci permettono oggi di capirci e di dialogare. Il dialogo interculturale è diventato perciò una necessità imperiosa, urgente, ineludibile se vogliamo percorrere la rotta che ci porterà ad individuare i veri obiettivi del progresso umano e a riconoscere ognuno gli elementi non essenziali ed esteriori della propria visione del mondo o delle proprie tradizioni per non esserne più condizionati.
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